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Benedetta Cibrario scrittrice italiana nata a Firenze, ha vissuto in diverse città italiane, prima di arrivare, con la famiglia, in Piemonte. Si è laureata in Storia e Critica del Cinema con Gianni Rondolino, con una tesi su Michael Powell e Emeric Pressburger. Sposata, con quattro figli, per esigenze familiari e professionali ha iniziato a dividersi ripetutamente tra l’Italia e l’Inghilterra. Gli anni delle trasferte all’estero sono stati determinanti per Benedetta Cibrario, che ha iniziato a raccogliere materiale per un romanzo incentrato sul tema del rapporto tra individuo e storia, mettendo a fuoco non soltanto temi che torneranno nei romanzi seguenti ma anche sperimentando tecniche di scrittura più o meno esplicitamente suggerite dagli anni di studi cinematografici. Esordisce nel 2007 con un romanzo pubblicato da Feltrinelli, Rossovermiglio, che l’anno seguente si aggiudica il Premio Campiello e viene pubblicato in diversi paesi europei. Nel 2009, invece, esce Sotto i cieli noncuranti (Feltrinelli), premiato con il Premio Rapallo Carige 2010. Negli anni successivi seguono il romanzo breve Lo scarnuso (Feltrinelli, 2011) e Il rumore del mondo (Mondadori, 2018). Benedetta Cibrario, autrice impareggiabile nel raccontare epoche e personaggi, ha scritto il suo più recente grande romanzo, "Sotto cieli noncuranti", in cui la forza di una giovane donna e di un'epoca gloriosa e affacciata positivamente sul futuro trovano il loro equilibrio. Un libro pieno di storia, di bellissimi personaggi a tutto tondo e di una gioventù impegnata a cambiare il mondo. Come ci ha detto l'autrice, un romanzo che è "una macchina del tempo che azzera le distanze". In questo romanzo (“storico”, come si diceva) in cui non mancano precisi riferimenti ad avvenimenti, luoghi e personalità che abbiamo studiato sui libri di scuola, quello che colpisce è il bisogno dell’Autrice di rendere verosimili non solo nei modi, usi e costumi tutti gli innumerevoli personaggi del libro, ma il volerlo fare in maniera certosina anche nella scelta dei nomi, talvolta a lei suggeriti da lapidi, o da giornali e cronache del tempo, e dunque appartenuti a persone realmente esistite, che tuttavia Benedetta Cibrario trasforma in altro da sé, come fa con la protagonista, Anne Bacon: personalmente, trovo che questo omaggio a dimenticate persone di un lontano passato, il volerle riportare alla vita sia pure solo nella finzione narrativa, sia un gesto di commovente finezza. "Per ogni parola perduta", è il suo ultimo romanzo pubblicato nel 2022. Una straordinaria storia personale di oggi incentrata sul restauro di una mongolfiera, un evento storico molto ben documentato tra Francia, Italia e mercati dell'arte. È così completo, così ben arrotondato, così profondo ma leggero che non riesci proprio a smettere di leggerlo. L’Autrice è ben consapevole che le circa 750 pagine del romanzo impongono al lettore, anche al più veloce e disciplinato, una tempistica severa, ma ha voluto ugualmente correre il rischio di risultare anomala pubblicando un libro “lungo”: la verità è che al Lettore, alla fine, rimane la voglia di sapere ancora, e ancora, e ancora che cosa succederà e credo sia anche questa una virtù, non certo scontata, del libro. Infine, non manca la morale della favola, alla quale il Lettore arriva spontaneamente, per logica deduzione, senza forzature di tipo alcuno: “Dove c’è emancipazione femminile, c’è anche l’emancipazione di un Paese”. Benedetta Cibrario, Italian writer born in Florence, lived in various Italian cities before arriving in Piedmont with her family. She graduated in Cinema History and Criticism with Gianni Rondolino, with a thesis on Michael Powell and Emeric Pressburger. She is married, with four children, managing family and work she has begun to divide herself repeatedly between Italy and England. The years of travel abroad were crucial for Benedetta Cibrario, who began to collect material for a novel focused on the theme of the relationship between the individual and history, not only focusing on themes that will return in the following novels but also experimenting with writing techniques more or less explicitly suggested by the years of film studies. She made her debut in 2007 with a novel published by Feltrinelli, Rossovermiglio, which the following year won the Campiello Prize and was published in various European countries. In 2009, however, Under the nonchalant skies (Feltrinelli) was released, awarded the Rapallo Carige Prize 2010. In the following years, the short novel Lo scarnuso (Feltrinelli, 2011) and Il rumore del mondo (Mondadori, 2018) followed. Benedetta Cibrario, incomparable author in recounting eras and characters, wrote her most recent great novel, "Under careless skies", in which the strength of a young woman and a glorious era looking positively on the future find their balance. A book full of history, beautiful all-round characters and a youth committed to changing the world. As the author told us, a novel that is "a time machine that resets distances". In this novel ("historical", as we said) in which there is no lack of precise references to events, places and personalities that we have studied in school books, what is striking is the author's need to make it plausible not only in the ways, uses and customs of all the innumerable characters in the book, but the desire to do it painstakingly also in the choice of names, sometimes suggested to her by tombstones, or by newspapers and chronicles of the time, and therefore belonged to real people, who nevertheless Benedetta Cibrario transforms in another of itself, as it does with the protagonist, Anne Bacon: personally, I find that this homage to forgotten people from a distant past, the desire to bring them back to life, even if only in narrative fiction, is a gesture of moving finesse. "Per ogni parola perduta", is her last published novel in 2022. An amazing personal nowadays story intratuaned around the restoration of a hot air balloon, an historical event very well documented between France, Italy and the art markets. It's so complete, so well rounded, so deep yet light that you just can't stop reading it. The author is well aware that the approximately 750 pages of the novel impose strict deadlines on the reader, even the fastest and most disciplined one, but she still wanted to run the risk of appearing anomalous by publishing a "long" book: the truth is that at the In the end, the reader is left with the desire to know again, and again, and again what will happen and I think this is also a virtue, certainly not taken for granted, of the book. Finally, there is the moral of the story, to which the reader arrives spontaneously, by logical deduction, without forcing of any kind: "Where there is female emancipation, there is also the emancipation of a country".
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